L'uomo sentimentale by Javier Marias

L'uomo sentimentale by Javier Marias

autore:Javier Marias [Marias, Javier]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00OCCW352
editore: Giulio Einaudi
pubblicato: 2000-10-15T00:00:00+00:00


- non ho molto tempo, lo sai? Sono già in ritardo a un appuntamento che avevo da prima. Non offenderti, ma dovresti capire che ti ho trovato un buco perché me l’ha chiesto Céspedes.

E così la puttana Claudina chiamava “Céspedes” il portiere-paraninfo, pensai, e immediatamente mi domandai come mi chiamava Natalia Manur, per nome o per cognome, quando mi nominava di fronte a Dato o di fronte allo stesso Manur. Il rumore delle automobili era di nuovo udibile, adesso che ormai le nostre orecchie (le mie) si erano abituate al silenzio più esteso. Tutta la mia agitazione e la mia vivacità stavano scomparendo, tuttavia, in quei pochi minuti di svogliatezza altrui e di inettitudine colloquiale. Il mio atteggiamento scortese era stato un errore, ma pensai che, comunque, sono sempre le donne a imporre il tono che vogliono a un incontro o a una conversazione. Perfino la puttana Claudina era capace di smontarmi e di farmi desistere dalle mie intenzioni originarie soltanto per non aver fissato i suoi occhi su di me. Mi rallegrai di non avere insistito quella notte per il secondo incontro con Natalia Manur: se neppure lei avesse fissato i suoi occhi su di me, molto probabilmente avrei smesso di desiderarla, come non desideravo in assoluto la puttana Claudina dopo cinque minuti che l’avevo di fronte a me, indifferente, bugiarda, poco fantasiosa, affaticata e (colpa mia) ancora in piedi. Tuttavia cercai di rimettere a posto la mia posizione.

- Allora, se è così, lascia almeno che sia io ad amministrare questo buco, risposi con asprezza.

- Dài, ho venti minuti -. E guardò l’orologio come lo aveva guardato Manur l’unica volta che avevo parlato con lui. - Che cosa vuoi che ti racconti? La mia infanzia no, per favore.

No, non era quello il modo. Adesso sì che mi sentivo offeso, e la verità è che non volevo che mi raccontasse niente, volevo soltanto intrattenermi con lei a modo mio, cambiare carattere per un po’, provare, forse giocare. L’avevo trattata inopportunamente, lei si era infastidita e aveva cominciato a trattare me con antipatia e precipitosamente. La chiacchierata inconsueta, la scena possibile, la distribuzione dei ruoli armoniosa e corretta erano andate a monte sin dall’inizio.

Lei si era finalmente seduta mentre diceva “dài”, e adesso - le gambe accavallate, lo sguardo sempre disattento, vagante - mostrava le cosce per intero, cosicché mi sedetti a mia volta sul bracciolo sinistro della poltrona e gliele toccai un po’, le punte delle mie dita sulla loro parte frontale. Lei disaccavallò subito le gambe per facilitarmi la carezza, ma in quel movimento non c’era provocazione ma inerzia. Le cosce erano più molli di quanto apparissero guardandole, in realtà erano troppo molli e avevano una grana simile a quella delle cicatrici che non le rendeva esattamente gradevoli al tatto. In quell’istante mi accorsi che la puttana Claudina non aveva la pelle abbastanza bruna per potersi vestire di color malva. Avrebbe dovuto aspettare ancora un po’, l’estate, per mettersi quel vestito, ma di sicuro lei non poteva saperlo. Le puttane non sono educate ai colori.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.